Nei giorni scorsi, in occasione della Settimana Europea dello Sport, il Panathlon Club Modena è stato protagonista di due iniziative di sport giovanile e inclusivo, in linea con i progetti di solidarietà sostenuti dal club modenese. Sui campi della Polisportiva Saliceta San Giuliano, impianto ufficiale del Modena Football Club, è andato in scena il “Torneo Fair Play Panathlon”, organizzato da Accademia Modena 1912, con la partecipazione di tredici squadre delle annate 2013, 2014 e 2015. Una giornata di festa, nel pieno rispetto delle norme anti Covid19 attualmente in vigore, per i giovani atleti e le loro famiglie, e che ha coinvolto, oltre alle formazioni gialloblu, anche i pari età di US Monari, Villa d’Oro, Junior Finale, Nonantola e Fiorano. Alla palestra Equilibra di Modena si è invece svolta una lezione introduttiva al parkour per i bambini e ragazzi di Ness1 Escluso, il progetto che permette di praticare attività sportiva a persone con disabilità cognitive o disturbi dello sviluppo. Sotto la guida di insegnanti qualificati, i partecipanti al progetto hanno imparato le prime nozioni di uno sport nel quale si cerca di adattare il proprio corpo all’ambiente circostante attraverso corsa, salti e movimenti, sviluppando velocità, equilibrio e coordinazione. Maria Carafoli, presidente del Panathlon Club Modena, ha poi partecipato a un dibattito dedicato a sport e solidarietà al Festival dello Sviluppo Sostenibile, accanto ad Andrea Fabris, direttore organizzativo del Sassuolo Calcio e Lorenzo Vandelli, socio Panathlon e fondatore del gruppo Sportivo Sen Martin, prima squadra modenese di wheelchair hockey, realtà sportiva cui il Panathlon Club Modena è da tempo vicina con progetti dedicati. A queste iniziative si è aggiunto infine il Campionato Italiano di Golf Soci Panathlon, confermato anche quest’anno sui meravigliosi campi del Modena Golf & Country Club. “Con queste iniziative – ha commentato Maria Carafoli, presidente del Panathlon Club Modena – vogliamo ribadire con forza l’importanza fondamentale dello sport come strumento educativo e sociale. Con le chiusure dovute alla pandemia, a pagare un prezzo altissimo sono stati in particolare i più piccoli e tutte le persone con fragilità di vario tipo. Il ritorno alla normalità deve necessariamente passare dal sostegno a tutte le realtà del nostro territorio che operano quotidianamente e con serietà in questi ambiti”.