Se dici Modena, dici: Maria Carafoli. Solidarietà, impegno, costanza, moda e forza di volontà contraddistinguono infatti uno dei personaggi’ più noti e apprezzati della città, soprattutto nel mondo del volontariato, dello sport e del commercio. Forse nessuno più di lei, infatti, si è prodigato in questi anni (e continua a farlo), per cercare di tenere i riflettori puntati sulla città della Ghirlandina, affinchè continui a coltivare’ le proprie eccellenze e a farle conoscere anche al di fuori della nostra Regione. L’impegno di Maria è noto in particolare per la sua presenza, a partire dal 2011 e in qualità di consulente tra i membri di Modenamoremonio, società di promozione del centro storico dal 2011 e per la Panathlon, di cui è presidente modenese. Il Panathlon è stato fondato a Venezia nel 1951 e che ha lo scopo di affermare i più sani ideali dello sport, quali valori morali e culturali e la solidarietà tra i popoli. Principi a cui Maria è molto legata e che cerca di trasmettere nell’ambito delle diverse iniziative di solidarietà che da sempre organizza sul territorio, in particolare per avvicinare i ragazzi diversamente abili alle discipline sportive.
La sua carriera, però, signora Maria, ha avuto inizio nella pubblica Amministrazione. «Sì, ho trascorso ben 26 anni in Comune, prima nel settore istruzione, poi come responsabile del settore sport. Nel 2009, quando sono uscita, ho lavorato come direttore dei mondiali di Pallavolo, ruolo che ha rappresentato per me un’esperienza assolutamente arricchente».
Com’è nato il matrimonio con Modenamoremio, che ha regalato tra l’altro alla nostra città iniziative uniche e accattivanti? «Il sindaco e l’assessore Sitta mi chiesero di entrare nella società per collaborare alla realizzazione di eventi, visto il mio passato costantemente a contatto con le realtà territoriali e contraddistinto da una forte propensione alle pubbliche relazioni. Quel che serviva, infatti, erano persone che, attraverso una società, potessero organizzare eventi che comunque avessero una loro autonomia finanziaria. La stessa ha anche lo scopo di creare proselitismo tra i soci ed è un compito sicuramente non facile».
E sicuramente non intende abbandonare questo ruolo tanto presto. «Anzi, stiamo già facendo con il consiglio di Modenamoremio la programmazione annuale, sulla quale lavoriamo con costanza per portare a casa dei risultati utili alla città. A breve ci saranno le elezioni e, di recente, sono entrati diversi giovani che hanno voglia di fare ed un modo diverso di approcciarsi a quella che è la vendita ed il rapporto col consumatore, anche grazie al mondo dei social».
Lei potrebbe essere definita la paladina’ di Modena, poiché da sempre si batte per rendere la città vivibile e unica. «Vogliamo far sì che il centro storico diventi il centro di tutti e che le persone lo apprezzino per quello che vale. A detta di molti è un piccolo gioiello per le ricchezze che racchiude, prime tra tutte un Duomo meraviglioso, la galleria Estense, il palazzo Ducale, ma serve rivitalizzarlo. Ad esempio, in queste ore, abbiamo appuntamento in Comune coi commercianti di Corso Duomo, per parlare delle loro necessità e problematiche, come la pavimentazione. Cerchiamo insomma di coordinarci con gli esercenti per rendere il centro sempre più appettibile e, con le poche risorse a disposizione, le cose da fare sono tante».
L’ultimo appuntamento organizzato è stato la serata dello shopping. «Abbiamo tenuto i negozi aperti fino alle 23, il giovedì sera, per permettere ai cittadini di fare acquisti, vivendo il centro anche la notte. Dopo questo esperimento, che per noi è stato un successo, vogliamo aprire gli esercizi più spesso la sera. Sicuramente, come centro storico, non resteremo fuori dall’Expo 2015, ma dobbiamo arrivare preparati e stiamo ragionando sulla traccia di un progetto che non coinvolgerà solo i modenesi».
Qualche passo, secondo lei, è già stato fatto? «Assolutamente e grazie ai giovani che, negli ultimi mesi, hanno aperto diverse e singolari attività, nel tentativo di rappropriarsi del cuore della città. C’è ad esempio un nuovo negozio di biciclette, in piazza XX settembre e altri negozi particolari sono fioriti’ in via Gallucci. Quello che ritengo importante è vedere ragazzi a cui è tornata la voglia di investire e di fare e noi dobbiamo loro risposte».
Lei ha visto cambiare molto Modena in questi anni? «Ovviamente è una città diversa, anche perché c’erano molte più risorse a disposizione. Ricordo un’illuminazione molto più importante ed erano anni in cui si stava costruendo un modello di città, con l’entrata vera delle donne nel mondo del lavoro ed un impegno nel sociale che ha avuto una grande esplosione. Abbiamo lavorato tanto anche con lo sport, che si è affacciato al mondo del volontariato e poi parchi, cantieri nuovi e valorizzazione del territorio che oggi, non a caso, nonostante le difficoltà, ci permette di trovare Modena tra le città in cui la qualità della vita è più alta».
Articolo di Valentina Reggiani da “Il Resto del Carlino ” del 21 dicembre 2014.